Ovviamente, stiamo parlando di glicole propilenico, o 1,2-propandiolo, unico e solo glicole utilizzabile ai fini dello svapo. Tra i numerosi prodotti esistenti sul mercato, occorre fare chiarezza, perché possono anche somigliarsi, ma non è proprio così.
Interrogando alcuni vapers riguardo a quale requisito ritenessero prioritario per orientarsi nella scelta, si sono ottenute risposte differenti, che sono andate dal prezzo economico, al marchio, al contenuto dichiarato.
Facciamo un po’ di chiarezza.
Il glicole propilenico da utilizzare per i nostri scopi deve essere di grado farmaceutico, ovvero, puro almeno al 99,5% e prodotto attraverso procedure sicure. Questo dato ci permette già di scremare molti prodotti economici non conformi, utilizzabili per scopi diversi.
Un prodotto di grado farmaceutico deve recare, almeno, le specifiche USP (United States Pharmacopeia), EP (European Pharmacopeia), FCC (Food Chemicals Codex) e deve essere corredato di scheda tecnica o la stessa deve essere resa reperibile dal produttore. Tuttavia, anche tra i prodotti conformi possono esservene migliori di altri.
Le impurità presenti nel glicole propilenico USP/EP/FCC sono rappresentate principalmente da acqua. Questo è dovuto al fatto che il glicole propilenico è igroscopico (attira umidità) e contrastare questo fenomeno richiede procedure e impianti molto costosi. Per questa ragione, i prodotti con grado di purezza Ultra costano più cari.
Se è vero che per realizzare le nostre basi neutre possiamo perdonare lievi differenze sulla purezza, lo stesso non si può dire se utilizziamo il glicole propilenico per estrarre aromi. Perché?
Immaginiamo di voler estrarre in una certa quantità di glicole propilenico del tabacco Virginia, che contiene all’incirca il 22% di zuccheri1. Il glicole propilenico scioglie scarsissimamente gli zuccheri, ma l’acqua in esso presente è in grado di scioglierne un quantitativo quasi doppio rispetto al suo peso. Questo significa che un glicole propilenico puro al 99,5%, che contiene circa 12 volte più acqua rispetto ad un prodotto puro al 99,96%, scioglie molto zucchero rispetto a quest’ultimo, soprattutto considerando il fatto che l’andamento della solubilità dello zucchero in miscele di glicole propilenico e acqua segue una curva non lineare sfavorevole2.
In definitiva, quando vogliamo ottenere aromi più secchi e che sporcano meno, bisogna tenere conto della purezza del glicole propilenico che utilizziamo per estrarre.
Nota 1: “Tobacco: Production, Chemistry And Technology”, di D. Layten Davis e Mark T. Nielson, Ed. Blackwell Science, 1999
Nota 2: “Sucrose: Properties and Applications”, di M. Mathlouthi e P. Reiser, Ed. Springer, 1995
Grazie per avermi accettato……….ho troppe cose da imparare
Benvenuto 😉