Il principale motivo per cui si sceglie di diventare vaper è smettere di fumare e moltissimi ci riescono senza rimpianti. È ormai appurato che la nicotina contenuta negli eliquids (quelli che la contengono) è degna sostituta di quella contenuta nelle sigarette, identica per struttura chimica e caratteristiche fisiche. Ma con il gusto della sigaretta come la mettiamo?
Il gusto è un problema. Se è vero che la corposità, il colpo in gola ed il calore del vapore possono evocare sensazioni in tutto e per tutto simili a quelle del fumo, siamo ben lontani per quanto riguarda il suo gusto. Il vapore non è fumo. Nel vapore sono presenti le stesse molecole presenti nel liquido, che passano dallo stato liquido a quello gassoso. Invece, il fumo è il risultato di una reazione chimica, la combustione, che trasforma le sostanze di partenza in altre.
Il gusto del fumo è reso caratteristico da una serie di molecole che sono tipiche della combustione. Ne sono un esempio gli idrocarburi policiclici aromatici, come l’antracene, il fenantrene e il benzopirene. Allo stesso modo, a queste molecole è abbinata la cancerogenicità del fumo.
Ovviamente e fortunatamente, queste molecole non sono presenti nel vapore degli eliquids ed è difficile, se non impossibile, replicare il vero gusto delle cosiddette sigarette analogiche.
Molti vapers nostalgici delle bionde ricercano il gusto fumo negli aromi classificati come tabaccosi, ma con scarsa soddisfazione. Addirittura, alcuni aromi sintetici sono a dir poco imbarazzanti. Ho testato alcuni Virginia che sapevano di dopobarba, tanto da sospettare che chi li aveva ideati non avesse mai tenuto in bocca una sigaretta.
Alcuni vapers ricercano la soluzione nei macerati, ma anche in questo caso la delusione è dietro l’angolo. Basta provare un macerato di Virginia puro per rendersi conto che il gusto è più vicino al miele che ad una minima parvenza di sigaretta americana.
Perché? Perché sarebbe come pretendere che il tè possa evocare gli stessi sapori bevendolo in infusione o bruciandolo e inalandone i fumi.
Un compromesso, seppure parziale, può essere raggiunto macerando tabacchi Kentucky e Latakia. Questi due tabacchi sono trattati tramite affumicatura e i macerati da essi ottenuti ne ereditano le interessanti note fumose. Ed ecco che la dolcezza del Virginia e del Burley può trovare equilibrio in questi tabacchi. Un ruolo analogo lo gioca la liquirizia, che può suggerire sensazioni simili.
Ma c’è solo una soluzione al problema discusso: tagliare col passato, magari lasciandosi andare alla fantasia dei fruttati e dei cremosi, cambiandoli spesso senza mai annoiarsi. Basterà lasciar passare un po’ di tempo e presto il gusto e l’odore di bruciato verranno percepiti come un fastidio. In questo il vaping è molto più interessante del fumo. Una sigaretta non potrà mai regalare la dolcezza sensuale di una fragola o la cremosa golosità di un tiramisù. Il segreto è solo questo: godersi qualcosa di diverso, più interessante e salutare… e basta.